È uno dei temi più complessi, perché chiama in causa educazione famigliare, sociale, religiosa. E perché il connubio desiderio – malattia è poco sondato, quasi le persone affette da patologie, soprattutto croniche, dovessero abdicare a una piena e gratificante vita di coppia. Il discorso si fa più tortuoso con la fibromialgia, perché il corpo è avvertito come ‘traditore’ e ‘altro’ da sé.

Essendo la fibromialgia caratterizzata da dolori muscolo-scheletrico continui, induce ulteriore sofferenza e insofferenza nei pazienti, che lamentano scarsa soddisfazione nei rapporti, tra desiderio che diminuisce, difficoltà nel compiere movimenti, minore lubrificazione, fatica a raggiungere l’orgasmo. Questo riguarda sia donne che uomini, per cui il disagio maggiore non sono tanto gli spasmi diffusi – comunque presenti, anche a livello di vescica e prostata - o il calo della libido, quanto semmai la disfunzione erettile e i problemi di eiaculazione.

Sintomi:

  • Il dolore cronico inibisce le pulsioni di piacere e i movimenti che un atto sessuale comporta.
  • La stanchezza psico – fisica si espande alla sfera delle relazioni.
  • L’insieme di dolore, stress, ansia conduce a un naturale calo di desiderio.
  • Nelle donne si presentano spesso Vulvodinia, Dispareunia, Vaginismo.
  • Negli uomini, ansia e depressione aumentano difficoltà e senso di inadeguatezza.

Conseguenze

Il rapporto con il/la partner è fondamentale ai fini della condivisione del proprio malessere. Tuttavia, se nella prima fase della malattia vi è una disponibilità maggiore, da parte del/della partner, a mettere in secondo piano la sessualità, nel tempo l’assenza della stessa crea disagio. Si genera risentimento, frustrazione, rabbia. L’equilibrio viene minato.

Soluzioni

È fondamentale parlare con il/la compagno/a alle prime avvisaglie, non farsi sopraffare dalla vergogna, dal timore di deludere. Il confronto con uno specialista saprà indirizzare la coppia verso una soluzione.

Il parere della psicologa

Sul tema è intervenuta la Dott.ssa Eleonora Palandri, psicologa e sessuologa presso il nostro Centro Medico.

“Dal momento che la fibromialgia è una condizione cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso e affaticamento, non è difficile ipotizzare come questa patologia possa influenzare significativamente la qualità della vita, inclusa la sfera sessuale. I disturbi sessuali associati alla fibromialgia possono manifestarsi sotto forma di disfunzioni erettili negli uomini, riduzione della libido e dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) nelle donne, oltre a difficoltà di eccitazione e raggiungimento dell'orgasmo.

Per affrontare questi disturbi sessuali, è essenziale adottare un approccio multidisciplinare che - oltre ad affrontare la gestione del dolore e dei sintomi e modificare lo stile di vita dal punto di vista dell’attività fisica e dell’alimentazione - preveda un approccio psicologico ed una educazione e consulenza sessuale.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), infatti, può aiutare a gestire l'ansia, la depressione e i problemi di autostima che spesso accompagnano la fibromialgia e contribuiscono ai disturbi sessuali. Anche l’apprendimento di tecniche di rilassamento possono rivelarsi utili ad affrontare la patologia. Inoltre, informare i pazienti e i loro partner sulla fibromialgia e i suoi effetti sulla sessualità può favorire una comunicazione aperta e la ricerca di soluzioni personalizzate. Questo approccio integrato, centrato sul paziente, è fondamentale per migliorare la qualità della vita sessuale e il benessere complessivo dei pazienti affetti da fibromialgia”.